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giovedì 5 agosto 2010

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Solo quando mi sedetti in in pullmann mi resi conto che stavo ricominciando.Era il primo giorno di lavoro dopo la morte di mia madre e nonostante fosse solo il 20 di settembre faceva un freddo che ti gelava le ossa, rannicchiata contro il sedile di pelle del pulmino con le cuffie nelle orecchie guardavo fuori  dal finestrino , congelavo e mi stringevo al maglione di  lana che indossavo.Non so per quale motivo , ma ad un certo punto mentre il pullman correva veloce fui invasa da una sensazione di calma e iniziai a desiderare di non dover scendere, volevo continuare a stare lì con le guance schiacciate contro il vetro a guardare la gente che passava, per sempre.Quando il pulman frenò scesi molto lenamente e come un automa arrivai alla porta della libreria dove lavoravo ormai da 4 anni, ero sul punto di tornarmene a casa e rimettermi a letto e stare tranquilla lontana da tutto e da tutti.Vivevo con i miei nonni ma loro in quei giorni erano solo una presenza silenziosa anche loro erano chiusi in se stessi e come me preferivano elaborare il lutto in solitudine.Per fortuna.
Sbirciai dalla vetrina sperando che Alice non mi vedesse, ma così non fù.
I nostri sguardi si incontrarono e lei sorrise, di un sorriso che mi fece sentire un pò in colpa, si avvicinò alla porta e apri.
Il calore dell'interno della libreria era davvero accogliente.
"Buon giorno"mi salutò ALice
" Ciao" risposi mentre mi toglievo il capotto velocemente.
"Come va stamattina? vuoi un cornetto?"
"No grazie , ho già fatto colazione" risposi sbrigativa
"Neanche metà? e al cioccolato bianco il tuo preferito!"
"Non mi va ora Alice forse dopo".
Alice scrollò le spalle e se ne andò dietro al bancone a finire il suo cornetto.
Senza aggiungere altro salìì le scale e mi diressi nel punto della libreria in cui lavoravo ossia la sezione dedicata ai ragazzi.
Alice era una donna meravigliosa.Purtroppo in quel periodo della mia vita non riuscivo a digerire nemmeno lei, come tutti gli altri mi guardava con condiscendenza e mi chiedeva continuamente come mi sentivo come se fare assiduamente questa domanda fosse un modo per farmi capire che si interessava a me.Da quando ero piccola l'ho sempre ammirata, lei era riuscita a cambiare radicalmente la sua vita per inseguire un sogno: avere una libreria tutta sua.Aveva lasciato il laboratorio di analisi dove lavorava come biologa per dedicarsi alla sua vera passione.Io ad esempio avevo sempre creduto di non poter mai fare un cabiameto così repentino per un qualcosa che non mi dava delle certezze.
" ciaoooooooo" riconobbi subito quella vocina stridula anche se in giro non vedeva nessuno tranne un ciuffo ricci neri dietro ad un pilastro.
"ma chi avrà parlato???" dissi con convinzione
"nessunoo" rispose l'imitazione della voce di un fantasma.
"allora devo essere pazza!!"
"nooo sciocca ero io , non mi riconosci???" e così dicendo il piccolo jack corse da detro al pilastro spalancando le braccia.
Jack era un bambino bellissimo, ogni volta che lo vedevo desideravo di avere un bambino come lui un giorno.Era abbastanza alto per la sua età e magro.Aveva il viso più bello che avessi mai visto: leggermente rotondo con un nasino alla in sù e due occhi spettacolari.Leggermente a madorla i suoi occhi erano di un nero profondo incorniciati da lunghissime ciglia nere e folte.Nonostante avesse solo 7 anni era un assiduo frequentatore della libreria di Alice, da cui prendeva libri inprestito come fosse in bibblioteca.Ancora ricordo la prima volta che sbalordita lo vidi entrare quando aveva solo 5 anni e chiedermi con un linguaggio forbito se per favore potevo mostragli gli ultimi arrivi.

"Oggi ti ho portato una cosa!" mi disse raggiante
"mmmmm cosa?"
"una cosa che puoi avere solo in base alla risposta che darai ad una domanda che ti farò"
"Puoi rideire da capo? credo di essermi persa qulacosa".Rise di gusto.
"ok,allora io ti faccio una domanda. Risposta giusta regalo, risposta sbagliata niente regalo.ok?"
" si".
Si fece serio in viso , sembrava stesse pensando al modo più difficile possibile pr formulare la domanda.
"Samantha?"
" si?"
" potresti uscire da dietro al bancone? perch se no non va!!"
Feci come mi disse.Si avvicinò e mi prese le mani.
"Samantha Jessica Auly....vuoi sposarmi?"
Cercai di trattenere la risata fragorosa che stava per esplodere, valutando attentamente la serietà della cosa.Non per drammatizzare ma per niente al mondo sarei voluta essere il suo trauma infantile!!!
Gli accarezzai i capelli e lo baciai sulla fronte.
" Immagino che questo sia un no"
Sospirai.
"Anch'io vorrei sposarti sai, ti sei un ragazzo meraviglioso" . Stavo per dire bambino ma mi corressi subito.
"Ma io sono troppo grande per te"
" che cuore nobile sei, ora mi dirai che lo stai facendo per me come dice la mamma quando mi obbliga a mangiare verdura puzzolente!!".Sorrisi.
"Non lo faccio per te ma per me, sai com è adesso che sono nel fiore delgi anni ti sto bene , ma immaggina tra 20 anni.Io saròuna vecchia decrepita che non ce la farà a fare le pulizie e così tu assumerai una cameriera cubana di nome Esperanza che avrà lunghe gambe abbronzate e tu mi tradirai con lei e mi spezzerai il cuore."Rise.
"Si" disse infine "è molto probabile"
"Allora jack parliamo di libri.........che ti serve?"
"Ho appena finito 20 anni dopo......mi daresti il visconte di bragelonne?"

La visitina di Jack mi aveva cambiato in meglio la giornata, era riuscito a farmi sorridere dopo tanto tempo.La compagnia dei bambini ,delle volte. è preferibile a quella degli adulti.

Entrai in casa e trovai mia nonna intenta a lavara i piatti.
"Nonna, per favore ci penso io a lavare i piatti." le dissi avvicinandomi al lavello.
"No,ormai ho cominciato io e finisco io, tu pensa a mangiare che si fredda!"
Obbedii arresa, mia nonna era più cocciuta di un mulo e purtroppo in questo le somigliavo.
"Dov'è il nonno"
"e dove può essere??? ovviamente a dormire"
"mmm......"
Continuai a mangiare senza parlare quando d'impovviso mia nonna diede una specie di urlo battendosi la fronte con la mano.Faceva quel gesto da quando aveva più o meno sessant'anni capii subito che e era venuto in mente qualcosa che si era dimenticata di dire o di fare.
"Quasi mi dimenticavo...aspetta torno subito" e così dicendo corse uori dalla cucina con una straordinaria velocità per avere 70 anni.
Quando rientrò aveva in mano un plico.Sorrise. "Da parte di Liah"
Liah era la figlia di zia Brook, l'unica sorella di mia madre che viveva in una piccola cittadina di campagna in Texas dove vi si trasferì dopo il rapido matrimonio riparatore con mio zio Ted.Prima che la mamma si ammalasse io e Liah trascorrevamo tutte le estati insieme.Stanchi dell'eterna campagna texana i miei zii venivano volentieri al mare. Io e Liah passavamo il tempo a chiacchierare e giocare a tennis sulla spiaggia fino ad ora di pranzo dopo di ci rifugiavamo in sala da pranzo, la stanza più fresca della casa, e dopo aver spostato il tavolo con le sedie ci addormentavamo sul pavimento con i cuscini, svengliandoci in tempo per preparaci e cenare in terrazza o su un ristorante del lungomare.Erano esattamente 4 anni che io e Liah non avevamo rapporti, preciasamente da quando le nostre vite erano cominciate a cambiare.Mia madre si era ammalata e Liah aveva deciso di andarsene di casa.L'ultima volta che la vidi fu al funerale di mia madre, ma a parte le condoglianze non parlammo molto.Le uniche cose che sapevo della sua nuova vita le avevo sentite da zia Brook, che assicurava che nonostante tutto Liah era rimasta la ragazza di sempre.Personalmente non ci ho ma creduto, e ho continuato a provare una certa antipatia per lei dopo la sua partenza dato che non mi avevo telefonato nemmeno una volta.Per me , si era monatata la testa e avendo nuove amiche più una totale libertà si era scordata di quella che durante la sua infanzia considerava una sorella.
"Non lo apri??"chiese mia nonna vedendomi fissare il pacco senza muovermi.
"Non è che mi interessi molto..."
"Ma come ?" mia nonna era quasi scandalizzata
"Dai aprilo"
"Nonna è già aperto, lo sai già che c'è dentro e a me non interessa saperlo e poi è indirazzato a zia Brook...come mai lo hai tu??"
"Liah l'ha mandato a Brook e Ted e loro lo hanno mndato a me per farmi vedere le foto dell'appartamento e farmi leggere la lettere che gli ha spedito.....ero curiosa di vedere come sta mia nipote!!"
Dopo le continue insistenze della nonna alla fine mi arresi sconfitta e lo aprìì.
Il plico conteneva diverse foto di quel che sembrava un appartamento da sogno, forse un po troppo per essere reale soprattutto per una ragazza di 23 anni.
"Sicura che sia suo,nonna?".Mia nonna corrugò la fronte , poi prese la lettera scitta amano e ferminata da mia cugina e indicandomi un rigo lesse:
"...........insieme alla lettera ho pensato di mandarvi anche alcune foto del mio appartamento che ho appena finito di arredare...........ecc"
"Beh, che dire beata lei"
"Non vuoi leggere tutta la lettera?......Sammy dove stai andando?"
" A dormire in cerca di un sogno che mi ispiri"
"Che ti ispiri...a ?"
"A realizzarmi, dato che ho la stessa età di Liah ma a differenza sua non sono arrivata a nulla e non so che fare della mia vita!"
Dissi queste ultie parole con gelosia.In effetti ero molto gelosa di Liah e riflettandoci lo ero sempre stata gelosa di lei fin da bambina.Lei aveva u padre premuroso che le isegnava a nuotare , mentre il mio se ne eraa andato di casa.Lei viveva in una villetta e aveva una camera tutta sua in cui aveva scelto tutto lei dal colore delle pareti ai mobili e poteva persino attaccare al muro i poster dei suoi cantanti e attori preferiti mentre io vivevo in un piccolo appartamento con i miei non e dormivo nella stessa stanza di mia madre su un divano letto in cui dalle pareti alle lenzuola tutto era bianco come in ospedale.Ed ora a distanza di tempo ecco che lei è una donna bell e fatta, con un appartamento arredato e io sn ancora con i miei nonni lavoro ancora nella stessa libreria di quando avevo 14 anni , non so che fare del mio futuro e come se non bastasse l'unica persona al mondo in grado di darmi sicurezza semplicemente abbracciandomi era morta.Piansi, piansi con lo sguardo rivolto verso la foto di mia madre sul comodino."Dammi un segno mamma, per favore voglio solo essere felice e dare un senso alla mia vita ......voglio solo costruirmi un futuro migliore"
Mi addormentai e solo quando mia nonna irruppe nella stanza in punta di piedi mi destai.
"Allora......trovata l'ispirazione?"
"L'unica cosa che so fare è piangermi a dosso"
"Piangerti addosso è tutto quello he devi fare , perchè le cose che ti sono capitate nella vita non sono giuste,e ora non devi fare niente ne devi dimstare niente ma devi solo aspettare che il destino si faccia perdonare offrendoti quello che non hai mai avuto."La guardai, aveva la voce rotta dal pianto mentre mi guardava , gli occhi rossi di una madre che aveva visto ciò che nessuna madre dovrebbe vedere la morte del proprio figlio.

lunedì 26 luglio 2010

IL profumo delle nocciole

Sentivo l'umida brezza mattutina sulla mia faccia e sulle mie braccia , ma continuavo a correre.La via era stretta fiancheggiata da alberi  i cui rami si univano in alto a formare delle volte ogivali, ero stremata ma continuavo a correre.Abbassai gli occhi sulla stradina per un attimo e vidi che davanti a me una piccola porzione era illumiata dalla luce del  sole mentre il resto era all'ombra."Mi fermerò arrivata a quella striscia di luce" mi dissi , anche perchè il fondo di quella gola era buio e ingobro di foglie morte.Così raddoppiai la velocità convinta che sarei arrivata prima al mio traguardo....ma metre correvo mi accorsi che il terreno era pietroso e in salita.Ansimavo ma continuavo a correre.Ad un tratto sentii il profumo delle nocciole, sembravano nocciole appena tostate, sorrisi al pensiero.Ce l'avevo quasi fatta stavo per attraversare la luce quando ad un tratto  tutto divenne buio ....mi svegliai e iniziai a dimenticare non tanto il mio sogno quando la sua logica.Credo sia capitato a tutti di avere la sensazione mentre si sogna che ciò che stiamo vedendo sia logico e poi di svegliarsi e non riuscire piu a dargli un senso.Sbadigliai e mi strofinai gli occhi.Mi misi a sedere. Come un calciatore che sta in panchina e guarda la sua squadra giocare la finale di un mondiale a cui avrebbe voluto partecipare   così io fissavo il vuoto.Poi mi alzai pronta as affrontare un nuovo giorno dopo la morte di mia madre.

venerdì 9 luglio 2010

Ho deciso!!!

Finalmente ho deciso! In questo blog pubblicherò i miei racconti così coloro che lo visitano mi potranno dare un sincero giudizio ,ovviamente sia negativo del tipo : ma vai a quel paese ma anche positivo ( si spera).Mi piacerebbe moltissimo che magari foste proprio voi miei lettori a indicarmi qualche argomento per i miei scritti.Quindi sono sempre ben accette le vostre proposte!